Marocco, un francese a giudizio per pedofilia
Written By Unknown on venerdì 28 settembre 2012 | 01:20
Una vicenda oscura, all'ombra delle palme. Gli ingredienti di un giallo, con un pizzico di spionaggio internazionale. L'ambientazione esotica: Marrakech. E un protagonista con pedigree: il supermanager francese Patrick Finet, 53 anni, dipendente della catena alberghiera Mandarin Oriental. Ricercato dalla polizia marocchina e chiamato a difendersi, venerdì mattina, davanti a un tribunale della città nordafricana, dall'infamante accusa di pedofilia e sfruttamento della prostituzione minorile.
A LUCI ROSSE - I fatti, riportati dal quotidiano Le Monde, risalgono a prima del febbraio 2010, quando il manager, allora direttore generale di un albergo in costruzione nella Città rossa, nel palmeto di Bab-Atlas, ha rotto il contratto con l'impenditore marocchino proprietario del terreno - lasciando aperto un contenzioso multimilionario - per poi lasciare precipitosamente il Paese. In quella che le autorità africane hanno definito una «fuga», Finet si sarebbe lasciato alle spalle computer dai quali i tecnici dell'hotel avrebbero dovuto cancellare tutti i dati. Cosa non riuscita perchè la polizia è intervenuta in tempo. Dal portatile sono venute fuori circa 15 mila fotografie di minorenni maschi e una trentina di video a luci rosse, tracce della frequentazione di siti pedopornografici, visitati con lo pseudonimo «Luigi 14». Secondo l'accusa, inoltre, il manager - che disponeva di una casa all'interno del complesso in fase di ultimazione - avrebbe ospitato a più riprese ragazzini di età compresa tra i 14 e i 20 anni, con i quali si sarebbe intrattenuto tra bagni adamitici in piscina, massaggi e sedute sportive. I ragazzi, poi, secondo i testimoni - il giardiniere e due autisti, incaricati di accompagnare i giovani ospiti di Finet - si trattenevano, per la notte, a casa del manager.
UDIENZA - All'udienza di venerdì è facilmente prevedibile che Finet non si presenterà. Verranno invece ascoltati i due autisti, accusati di favoreggiamento della prostituzione e di partecipazione allo sfruttamento di minori ai fini della produzione di materiale pornografico.
LA LITE - Il gruppo alberghiero - che ha base a Hong Kong ed è quotato alle borse di Hong Kong, Londra, Singapore e Bermuda - sostiene che il caso è tutto una montatura e un tentativo, da parte del proprietario dei terreni, l'imprenditore marocchino Jaouad Kadiri, di minare la reputazione del gruppo e di sviare l'attenzione degli inquirenti e dei media dalla disputa multimilionaria che vede le due parti contrapposte. Inadempimenti, sostiene Kadiri. Rottura del contratto e mancata restituzione di somme prestate, ribatte il Gruppo, forte di un risarcimento di tre milioni di euro stabilito in un arbitrato davanti alla Camera di commercio internazionale, chiamata a dirimere la lite con il proprietario della struttura, diventata famosa per aver ospitato alcune riprese di Sex and the City 2, anche se mai aperta al pubblico.
DESTINAZIONE MILANO - I portavoce del gruppo, raggiunti telefonicamente nella giornata di giovedì, hanno rifiutato di commentare i futuri progetti del gruppo riguardanti Mr Finet. Lui ha già dichiarato la propria «totale innocenza» nell'udienza davanti alla camera di commercio internazionale, il 6 luglio scorso, sostenendo di essere in grado di smontare quella che definisce una macchinazione ordita contro di lui da «nemici» in contatto con «i servizi segreti del Regno». E intanto, da Parigi, dove risiede, sta già preparando le valigie alla volta di Milano, dove è stato nominato general manager del nuovo gioiello della catena - presente in tutti e 5 i Continenti con una cinquantina di hotel a cinque stelle - che sarà ospitato all'interno di tre eleganti palazzi del diciannovesimo secolo, situati in via Monte di Pietà, a due passi da via Montenapoleone, nella zona più prestigiosa della città. L'inaugurazione dell'albergo - 104 camere e 34 suites, lounge bar e spa - è prevista per la metà del 2013
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