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Gli immigrati senza lavoro Settemila cittadini invisibili
Written By Unknown on mercoledì 31 ottobre 2012 | 03:46
«Non sono numeri» è il messaggio scelto per la presentazione del 22º Dossier statistico Immigrazione elaborato da Caritas e Migrantes, mutuando le parole che papa Benedetto XVI ha pronunciato nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato dello scorso gennaio.
«Non sono numeri, ma volti – ribadisce don Claudio Visconti, direttore della Caritas bergamasca –, che non rappresentano un fenomeno transitorio, ma la normalità. Si tratta di famiglie che hanno scelto di stabilirsi nel territorio italiano per costruire un futuro per sé e i propri figli». Lo dimostra il numero complessivo delle persone straniere che non ha subito una flessione, nemmeno in questi ultimi tempi di crisi. Sono tra i 135 mila e i 140 mila gli stranieri nella nostra provincia, cui si possono aggiungere circa 5 mila irregolari.
Un altro aspetto critico evidenziato da don Visconti concerne la necessità di uno snellimento burocratico delle pratiche per il permesso di soggiorno: «Non sembra ragionevole continuare a richiedere il rinnovo ogni 6 mesi o un anno a persone che vivono stabilmente qui. Si farebbe risparmiare agli stranieri denaro e tempo e si alleggerirebbe il lavoro degli organi proposti al rilascio». Una terza questione riguarda i «cittadini invisibili», ovvero coloro che a causa della crisi economica hanno perso il lavoro e non si presentano a rinnovare il permesso di soggiorno scivolando nel mondo degli irregolari. Sono 262.688 in Italia, probabilmente 60 mila in Lombardia e circa 6.700-7.000 a Bergamo, dove l'occupazione dei cittadini stranieri ha registrato un saldo negativo di 1.836 lavoratori con assoluta prevalenza del settore dell'industria.
Interessanti i dati che si possono ricavare da una ricerca di tipo qualitativo su un campione di 400 intervistati presentata nel rapporto dell'Osservatorio regionale per l'Integrazione e Multietnicità, illustrata da Marco Zucchelli della Caritas Bergamasca: «Il merito della ricerca è di aver documentato osservazioni che abbiamo spesso compiuto sulla base dell'esperienza. Per esempio gli uomini stranieri preferiscono compagne della stessa nazionalità, mentre le donne (per la maggior parte di origine est-europea o latino-americana) si uniscono più frequentemente a partner di altre nazionalità. Delle oltre 450 mila famiglie bergamasche il 9,8% sono composte da un coniuge straniero, l'8% da entrambi coniugi stranieri». La ricerca della casa è problematica per l'80% del campione, percentuale che scende al 65% per gli europei dell'Est e sale invece al 97% per le famiglie africane.
«Significativo – sottolinea Zucchelli – che nelle famiglie in cui lavorano entrambi i coniugi, il marito partecipi attivamente alla vita familiare; per i giovani i luoghi sociali che i genitori spingono a frequentare sono gli oratori. L'abbigliamento è connotato dall'appartenenza di genere: il 38% delle madri e il 23 % delle figlie dichiara di usare abiti dei Paesi d'origine».
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