Toghe in piazza in Marocco contro la corruzione nel sistema giudiziario, nella prima mobilitazione del dopo primavera araba.
Chiedono autonomia e condizioni lavorative adeguate, gli 800 magistrati che, a questo fine, hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla Corte di cassazione di Rabat.
“Non abbiamo protezioni né diritti, abbiamo stipendi miseri, lavoriamo in condizioni catastrofiche”, spiega Nazik Bekkal, giudice a Sidi Kassem, “non siamo autonomi e questa è la cosa più importante: l’autonomia e l’indipendenza del potere giudiziario, è ciò che chiediamo”.
Tutte misure già promesse loro dal re. Per far fronte alla contestazione nascente, infatti, Mohammed VI ha varato una serie di riforme e dichiarato guerra alla corruzione.
Misure troppo lente e spesso inefficaci, denuncia ora la magistratura in piazza.
Posta un commento