“La presa di posizione sulla politica di partenariato nel Mediterraneo del ministro Giulio Terzi al vertice dei ministri degli esteri Ue conferma una richiesta più volte sollecitata dal Parlamento europeo, ovvero che la Commissione avvii la stipula di accordi di pesca nel Mediterraneo e li leghi alle oggettive ragioni economiche che hanno motivato la proposta del ministro”.
Lo dichiara Guido Milana, eurodeputato Pd e vicepresidente della Commissione Pesca al Parlamento europeo, che precisa: “a queste ragioni si devono aggiungere quelle legate alla possibilità di ottimizzare gli sforzi per la tutela della risorsa ittica. Occorre ricordare che qualunque politica europea della pesca nel Mediterraneo non può prescindere da regole comuni con i Paesi non europei, atteso che su questo mare, oltre agli otto Paesi appartenenti alla Comunità europea, se ne affacciano quattordici non comunitari. Regolare puntualmente le attività di pesca consentirebbe sia di redimere i conflitti sempre più frequenti, sia di considerare il Mediterraneo non più come una grande miniera dove prelevare ma un grande campo da coltivare”.
“Mi auguro – conclude Milana - che l’iniziativa del ministro Terzi conduca velocemente a delle determinazioni da inserire subito nella riforma della politica comune della pesca in discussione al Parlamento europeo. Se ciò non accadesse, sarebbe incomprensibile il fatto che l’Europa stipuli accordi di pesca con il Marocco, la Nuova Guinea e le Seychelles, e tanti paesi fuori dal Mediterraneo, e rinunci poi a costruire una politica contigua al proprio territorio”.
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