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Francia, Islam di Stato

Written By Unknown on venerdì 28 settembre 2012 | 01:34


Fanno parte del paesaggio nazionale francese e «dimostrano la varietà dei culti che convivono» nell'hexagone. Sono le «moschee, come le chiese, le sinagoghe e i templi». Eppure, quando a dover essere inaugurato è un luogo di culto musulmano, l'attenzione del Paese sull'evento non è proprio la stessa. Tanto che per salutare l'apertura della nuova moschea di Strasburgo, sabato 27 settembre, si è mosso perfino il ministro degli Interni francese, Manuel Valls.
La grande moschea, costata 8,5 milioni di euro e finanziata in parte con soldi pubblici, possiede, secondo il ministro, «la forza simbolica» di poter rappresentare l'Islam di Francia. Valls ha colto l'occasione per ribadire la sua visione della laicità che «non nega la religione», ma al contrario significa «accettare e aprirsi, proteggere e tollerare».
Insomma, ricordando che la laicità «non è un dogma», Valls ha invitato il popolo musulmano francese a «organizzarsi in maniera indipendente» per potersi far ascoltare meglio.
SPEGNERE L'INTEGRALISMO ISLAMICO. Ma il messaggio lanciato a Strasburgo dal ministro non ha voluto semplicemente essere una «mano tesa» all'Islam. Valls ha, infatti, mostrato la fermezza del governo davanti a manifestazioni d’integralismo islamico in Francia, e ha promesso «di espellere dal Paese ogni incitatore d’odio a fondo islamico». Il disegno di Valls prevede la comparsa di «predicatori francesi, imam francesi e finanziamenti francesi».
Non tutti i cittadini però condividono la stessa idea di laicità. «La Repubblica non può accettare i finanziamenti provenienti dai paesi arabi» (39% dal Marocco, 14% dall'Arabia Saudita e dal Kuwait), hanno tuonato dalle file del Front national. Secondo il partito nazionalista guidato da Marine Le Pen il denaro proveniente dall'altra sponda del mediterraneo porterebbe con sé «intrusioni e pressioni incontrollabili».
TENTATIVO INUTILE DI UNIRE LE COMUNITÀ. Sebbene in molti abbiano sottolineato come «i toni utilizzati dal Fn facciano male alla Francia», Valls sembra non aver preso in conto le specificità della regione musulmana sul territorio francese.
Intervistato da La Croix, il politologo specialista dell'Islam Franck Fregosi ha spiegato come sia stato «inutile» il tentativo delle autorità pubbliche di unire nel progetto della moschea di Strasburgo «la totalità della comunità musulmana» della città: «La nuova moschea sarà frequentata principalmente dalla comunità marocchina», ha rilevato l'esperto, «sono troppe le barriere culturali e linguistiche che la separano da quella turca», già installata da tempo in un altro luogo di culto cittadino.
RIUNIRE LE CORRENTI IN UN'UNICA BANDIERA. In breve, Valls starebbe inseguendo il sogno eterno di riunificare l'Islam francese sotto una sola «bandiera», ma la strada sembra essere ancora lunga.
Senza contare che l'immagine dell'Islam «si sta deteriorando in maniera allarmante», ha scritto l'Express. «L'Islam fa paura» e l'ideologia repubblicana non ha certo favorito la riconciliazione e ha spesso confuso la pratica della religione di Maometto «con un’integrazione mal riuscita». Eppure, l'Islam praticato «dalla maggior parte dei nostri concittadini», ha continuato l'Express, «è perfettamente adeguato alla democrazia»
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