Auto nel canale del fucino Parla il clandestino eroe "Così ho salvato la famiglia"
Written By Unknown on mercoledì 17 ottobre 2012 | 02:14
Ha un nome e un volto l’immigrato che ha soccorso madre, padre e figlio: clandestino dopo una condanna per droga
AVEZZANO. L'uomo che sabato notte ha salvato la vita a una famiglia di San Benedetto dei Marsi, finita con l'auto in un canale del Fucino, ha un nome e un volto. È un marocchino, si chiama Adoiou Abderrahim e ha 48 anni, anche se ne dimostra di meno. Fino ad ieri è rimasto nell'ombra, per paura di essere rimandato in Marocco. L'uomo, infatti, è senza permesso di soggiorno. Prima di uscire allo scoperto, ha voluto consultare il suo legale. All'avvocato Roberto Verdecchia non è stato difficile convincerlo dei vantaggi che gliene sarebbero derivati. Per prima cosa ieri l'extracomunitario è andato a trovare all'ospedale di Chieti, dove si trova ricoverata Romina Ricci, che in un appello attraverso il Centro, aveva espresso il desiderio di volere incontrare “l'angelo” che aveva strappato la sua famiglia alla morte. Successivamente si è recato all'ospedale dell'Aquila, per incontrare il marito della donna, Gabriele Frazzetta. Oggi conta di visitare il figlioletto della coppia, di 5 anni, che si trova all'ospedale di Avezzano.
Ieri sera Adoiou Abderrahim ha accettato di raccontare l'eroico gesto di cui è stato protagonista. «Verso le 23», esordisce l'immigrato, «stavo percorrendo in auto la strada che collega San Benedetto con Avezzano. Con me c'erano la mia fidanzata, Salima Jarrar, e un amico, Hicham Abouayoub. Ci precedeva di circa 800 metri un'altra auto. A una curva a gomito, poco prima di Borgo Ottomila, improvvisamente, l'auto davanti a noi è sparita. Era finita dritta nel canale. Ma il rialzo del terreno ci impediva di vederla. Ho avuto però il presentimento che fosse accaduta una disgrazia. Ho fermato l'auto e mi sono avvicinato al canale. Nonostante il buio ho notato subito l'auto che stava per essere sommersa dall'acqua. Mi sono immediatamente tolto i vestiti, rimanendo solo con gli slip, e mi sono tuffato. Prima ho tirato fuori il piccolo Gabriele, affidandolo alla mia ragazza, che nel frattempo col telefonino ha lanciato l'allarme. Poi mi sono rituffato e con, l'aiuto del mio amico, ho portato in salvo anche il signor Massimo e la signora Romina».
La storia di Adoiou Abderraim è quella di tanti immigrati, che lasciano la loro terra per cercare fortuna nel nostro Paese. Emigrato in Italia nel 1993, l'uomo è vissuto per tanti anni, con regolare permesso di soggiorno, a Lecco. Per motivi di droga, però, è finito in carcere. Dopo la condanna è stato raggiunto dal decreto di espulsione. Per non tornare in Marocco, due anni fa, è fuggito nella Marsica, dove ha degli amici. Ora ha la possibilità di riottenere il permesso di soggiorno. L'avvocato Verdecchia preannuncia che inoltrerà oggi stesso la richiesta alla questura dell'Aquila.
«Il permesso di soggiorno», interviene Adoiou Abderraim, «non c'entra niente con quello che ho fatto. Ho pensato solo a buttarmi nel canale e salvare le persone che si trovavano nell'auto. È stato un gesto istintivo, non dettato da alcun calcolo». Un gesto eroico che ha salvato la vita a una famiglia. Al coraggio di quest'uomo, oltre all'eterna gratitudine della famiglia salvata, va la riconoscenza dell'intero Paese.
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